Il Coaching Ontologico Trasformazionale prende le mosse dalla filosofia costruttivista e ripropone elementi di:
- filosofia del linguaggio
- psicologia
- biologia della conoscenza
Non esiste una rappresentazione della realtà unica oggettiva ed immutabile, ogni individuo costruisce il proprio mondo mediante i processi della conoscenza e dell’esperienza personali, attraverso l’osservazione e la narrazione di quello che accade.
È questa la premessa da cui muove il metodo che ho voluto adottare nel condurre la mie attività di coaching.
Coaching Ontologico-Trasformazionale: qualche dettaglio
Gli esseri umani possiedono caratteristiche peculiari: raccontano il mondo, a se stessi e gli uni agli altri, ne parlano estesamente, provano emozioni ed agiscono sulla base di narrazioni. Il modo in cui queste avvengono, il linguaggio che le esplicita, le dichiarazioni che ciascuno propone, il modo di formulare richieste ed offerte, sono azioni e momenti fondamentali per aprire o chiudere possibilità, creare occasioni di incontro emotivo e sociale, mettere in campo premesse potenziali da cui prendono avvio conseguenze esistenziali rilevanti.
Secondo questo modello, è il linguaggio la chiave per favorire quel processo di trasformazione e di apprendimento che sta alla base di tutto lo svolgersi dell’azione di coaching.
Nel suo libro “Ontologia del Lenguaje” Rafael Echeverria individua tre principi base.
- Gli esseri umani sono esseri linguistici, la parola che esplicita senso, pensiero e sentire li distingue dal resto del mondo biologico
- Gli esseri umani vivono nel linguaggio. Sono immersi in conversazioni e continuamente danno forma alla vita che attraversano per mezzo delle parole. Il linguaggio non è solo descrittivo, ma generativo, capace cioè di creare la realtà. Il linguaggio è agire concreto. Quando parlano, aprono e chiudono possibilità di azione.
- Gli esseri umani si creano nel linguaggio, ovvero esso è lo spazio in cui si inventano, cambiano, si rinnovano. Traendo origine dagli atti del linguaggio – o verbi performativi – di Austin e Searle, il coaching ontologico propone di sperimentare diversi modelli conversazionali che possano aprire spazi nuovi di azione verso risultati extra-ordinari.
Il Coaching Ontologico Trasformazionale adotta, quale suo strumento operativo peculiare, le Distinzioni Linguistiche: quelle speciali sfumature di significato conferite a parole di uso comune, attraverso le quali si generano nuove e diverse interpretazioni del reale e che favoriscono una riformulazione prospettica e attuativa che supporta e accoglie il cambiamento come naturale e proficuo per lo sviluppo e la soddisfazione della persona.